By Luglio 10, 2017Gennaio 20th, 2022Poesie

La candela

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Se ne stava cupo, inarcato sulla soglia del dirupo,
gambe a penzoloni sulla culla della nube,
capo chino verso l’infinito, protratto sull’abisso,
issato a vento come crocifisso,

chino al colpo sordo del mattino
sulle ossa del bambino appena nato,
corpo nudo e spirito sollevato verso il salto,
se ne stava alto, come un baluardo
che s’eleva e resta dritto
indifferente alle ragioni del conflitto,
conficcati i suoi piedritti nella terra,
pilastri torreggianti fino agli astri,

se ne stava lì ed osservava
il sale che lava
la pietra scavata
i dorsi salmastri
i corpi rimasti.

Un qualche reietto senza pretese,
stordito dall’onda d’urto, appeso alla sentenza,
che sapeva gridare, ma non aveva badato
a quanto fiato in gola rimanga all’impiccato,
un frutto muto della mischia,
convinto fosse il gioco a far valere la candela
quando il giocatore rischia tutto,
quando il giocatore non rischia niente,
un danno collaterale della corrente,

qualcuno, radicato tra gli inermi,
un servo rimasto zitto in attesa della resa,
afflitto dalla baraonda, spossato dal tragitto,
dato di balta dall’onda, dalla prora del relitto,
cercando un’asse in sua difesa,

scrutò la rupe
lo vide a cavallo della nube
picchiare il colpo sordo del mattino
sulle ossa del bambino appena nato:

se ne stava lì ed osservava
il sale che lava
la pietra scavata
i dorsi salmastri
i corpi rimasti.

Andrew Marini